CARMINA BURANA di Carl ORFF in forma scenica, versione originale . L’opera che quest’anno O.M.E.G.A. si appresta ad allestire presso la villa La Ferdinanda di Artimino l’8 luglio, (9 luglio in caso di cattive condizioni meteo) dalle ore 21,15 è un’opera particolare, un best seller della lirica per: tre solisti, soprano Simonida Miletic, interprete internazionale, il tenore Matteo Benvenuti, il baritono Lorenzo Martinuzzi, due giovani, ma già con una intensa carriera sia in Italia che all’estero. La Corale Sesto in Canto di circa 60 elementi, diretta dal M.° Edoardo Materassi, che si esibisce in vari repertori sia classici che moderni; due pianoforti suonati da Alessandro Manetti e Valerio Vezzani, orchestra di percussioni. A questo evento, così come è stato creato, parteciperà la compagnia la Barraca, composta da mimi, ballerini, trampolieri, con giochi pirotecnici. Un evento a tutto tondo. Dirigerà l’opera Alan Magnatta Freiles, ormai noto al pubblico di Carmignano e non solo, per essere molto conosciuto ed apprezzato anche all’estero. Carmina Burana (Carmina da Carme, canto, poesia, Burana perché ritrovato a Bura) è il titolo non originale di una raccolta di componimenti poetici medievali, di alcuni clerici che, abbandonati gli studi religiosi, vagavano in Europa, inneggiando alla fortuna, al gioco d’azzardo, al bere e schernendo il clero. La raccolta fu reperita nella Bura di San Benedetto (Benediktbeuern), in Alta Baviera, nel 1803 e, nonostante questi canti profanassero la chiesa, i monaci benedettini ne intuirono l’originalità e il valore, anche ironico di queste poesie, e li raccolsero presso il loro monastero. Alcuni di questi testi sono corredati di notazione musicale adiastematica (neumi in campo aperto), pressoché impossibile da interpretarsi: indagini musicologiche recenti hanno reso possibile la ricostruzione di diverse melodie, soprattutto grazie alla loro identificazione in repertori diversi (per esempio quello della cosiddetta Scuola polifonica di Notre-Dame di Parigi), ma all'epoca in cui Carl Orff se ne occupò nessuna delle musiche originali era nota. Il musicista tedesco, che adorava occuparsi oltre che di musica, di teatro e coreografie, fu attratto in particolare dalla varietà degli argomenti trattati nelle poesie della silloge bavarese: iniziò dunque a elaborarne musicalmente alcune, fino a completare 24 brani, per la maggior parte con testo latino; fanno eccezione alcuni brani in alto tedesco medio e altri in provenzale antico, è ne strutturò una cantata scenica composta tra il 1935 e il 1936, basata su 24 componimenti poetici tra quelli trovati nella raccolta medievaleomonima, opera di goliardi e clerici vagantes. Il titolo completo è "Carmina burana: Cantiones profanae cantoribus et choris, comitantibus instrumentis atque imaginibus magicis". Dopo la prima rappresentazione a Francoforte, Orff ottenne un grandissimo successo, e l’opera fu eseguita in altre città tedesche e, nonostante fosse molto ostacolata dal regime nazista per il tono erotico di alcuni canti, divenne l'opera musicale più conosciuta tra quelle composte durante il Terzo Reich. La prima italiana di questa opera si tenne il 10 ottobre 1942 al Teatro alla Scala di Milano. La prima stesura fu con l’orchestra, ma in un secondo tempo fece un’altra stesura per due pianoforti e percussioni, in quanto Orff era profondamente interessato al ritmo e alla percussione, e i due pianoforti rendevano molto più dell’orchestra perché incoraggiavano il movimento e la danza. Integrandone l'elemento teatrale con mimi ballerini e altre figure, rese questa esperienza musicale più coinvolgente e divertente. L'opera è strutturata in un prologo, cinque parti e un finale (ripetizione della prima sezione del prologo): Prologo: Fortuna imperatrix mundi ("Fortuna, imperatrice del mondo"), nel quale è presente il famoso brano O Fortuna; consiste in una serie di improperi contro la sorte, che governa secondo il proprio capriccio il destino degli uomini. Prima parte: Primo vere ("In primavera"), in cui si celebra l'aspetto lieto della primavera. Seconda parte: Uf dem Anger ("Nel prato"), nel quale compaiono brani in antico alto tedesco (interamente o in parte). Terza parte: In taberna ("All'osteria"), comprendente brani ispirati dalla vita sregolata dei clerici vagantes, il gioco d'azzardo, il buon bere e il ben mangiare. Quarta parte: Cour d'amours ("La corte d'amore"), che contiene brani che inneggiano all'amore sensuale. Quinta parte: Blanziflor et Helena ("Biancofiore ed Elena"), che segna la conclusione della parte precedente. Finale: Fortuna imperatrix mundi, che ripete il brano iniziale.
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