Stabat Mater G. B. Pergolesi

07/12/2018
21.00
Auditorium Folco Portinari, Fondazione C R di firenze

Stabat Mater G. B. Pergolesi

Soprano Sara Chirici, contralto Antonia Fino
Ensemble archi OMEGA 

Nella vigilia della festa della dell'Immacolata un grande capolavoro di G.B. Pergolesi compositore morto giovanissimo, ma divenuto famoso nonostante la sua breve vita. 
Anche a Pergolesi come al grande Mozart, gli fu commissionata questa opera  poco tempo prima della sua morte, e pare come se se lo sentisse, non si fermò mai un istante per finirla in tempo.  


Pochi giorni dopo, nel di 16 marzo 1736, il Pergolesi rendeva l'ultimo sospiro."
"Vuole la tradizione che negli ultimi supremi istanti Pergolesi fu visto contemplare un'effigie 
che era rimpetto al letto, e rimirandola ansiosamente col petto ansante, piangesse: era l'effigie 
della Madonna Addolorata che l'autore dello Stabat chiamava la sua celeste musa."  

 
Domenico Antonio Vaccaro
Ritratto di Giovan Battista Pergolesi
Olio su tela, XVIII sec.
Napoli, Conservatorio di San Pietro a Majella

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VIDEO

Stabat mater
1979 - Direttore: Claudio Abbado, soliste Katia Ricciarelli, Soprano, Lucia Valentini Terrani, Mezzo-Soprano

Stabat mater
2006 - Ensemble: Ricercar Consort, Direttore Philippe Pierlot, Solisti: Núria Rial (soprano), Carlos Mena (controtenore)

Stabat mater di Pergolesi (Jesi 4 gennaio 1710 - Pozzuoli 17 marzo 1736) è senz'altro uno dei suoi componimenti più famosi, anzi probabilmente il più conosciuto, ma è anche una delle opere musicali più rimarchevoli di tutto il Settecento.

La tradizione, alimentata dal primo biografo del musicista, il marchese Tommaso di Villarosa, vuole che sia stata anche l'ultima composizione di Pergolesi, scritta sul letto di morte dal ventiseienne musicista malato e consapevole della fine vicina (secondo alcuni invece dopo lo Stabat mater Pergolesi scrisse ancora il Salve Regina in do minore per soprano e archi).
Di certo, all'inizio del 1736 Pergolesi, ammalato di tubercolosi, si era trasferito nel convento francescano di Pozzuoli fondato dagli antenati del suo mecenate, il duca di Maddaloni; aveva consegnato tutti i suoi possedimenti alla zia, Cecilia Giorgi di Iesi, che era stata la sua governante e che era rimasta a Napoli; il gesto suggerisce che il giovane non si aspettasse di guarire.
Villarosa riportò che lo Stabat mater fu scritto per la nobile fraternità nella chiesa di Santa Maria dei Sette Dolori a Napoli per sostituire lo Stabat mater di Alessandro Scarlatti.
Il 17 marzo Pergolesi morì e fu sepolto nella fossa comune vicino alla cattedrale di Pozzuoli; il marchese Domenico Corigliano di Rignano, che allora possedeva il manoscritto dello Stabat mater ed era un amico di Villarosa, fece allestire una lapide per lui nella cattedrale di Pozzuoli; la scritta su di essa era di Villarosa. Nel settembre 1890 un cappella laterale della cattedrale fu preparata come cappella sepolcrale di Pergolesi e la lapide fu trasferita lì.
Lo Stabat mater, per due voci soliste e archi, fu evidentemente scritto in palese concorrenza con il rivale Stabat mater di Alessandro Scarlatti (che ha lo stesso organico). Un confronto tra le opere mostra però il nuovo e rivoluzionario approccio di Pergolesi al movimento vocale concertante e il suo sviluppo della 'aria da chiesa': l'opera costituisce soprattutto la prima applicazione alla musica sacra dello stile della sensibilità espressiva.
Comunque, alla tragica morte precoce fece seguito un successo enorme delle opere di Pergolesi, che divennero purtroppo quasi una vera e propria moda.
Lo Stabat mater, pubblicato a Londra nel 1749, divenne l'opera singola più frequentemente stampata nel XVIII secolo e fu considerata a lungo l’ideale stilistico della musica sacra.
Molte delle edizioni moderne sono macchiate da errori tramandati dalla enorme mole di trascrizioni manoscritte e a stampa succedutesi in circa duecento anni; in tempi recenti sono state condotte le edizioni critiche delle opere di Pergolesi e fra esse anche dello Stabat mater, il cui manoscritto originale si trova conservato presso il fondo musicale dell’abbazia di Montecassino (oggi Biblioteca statale del Monumento nazionale di Montecassino).
Questi i dodici movimenti dell'opera:
 
1 Stabat Mater dolorosa     Grave
2 Cujus animam gementem     Andante amoroso
3 O quam tristis et afflicta     Larghetto
4 Quae moerebat et dolebat     Allegro
5 Quis est homo     Largo
6 Vidit suum dulcem natum     A tempo giusto
7 Eja mater fons amoris     Andantino
8 Fac ut ardeat cor meum     Allegro
9 Sancta mater, istud agas     A tempo giusto
10 Fac ut portem Christi mortem     Largo
11 Inflammatus et accensus     Allegro
12 Quando corpus morietur     Largo assai
 
 
Domenico Morelli,
La morte di Pergolese scrivendo lo Stabat Mater, vidit suum dulcem natum moriendo desolatum
Disegno a carboncino, matita e gessetto bianco su carta ocra, 1854.
Torino, Galleria Civica d'Arte Moderna e Contemporanea
 


 

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