OPERA BUFFA di G. DONIZETTI L'ELISIR D'AMORE

12/10/2014
17.30
TEATRO AURORA SCANDICCI

Tornano al Teatro Aurora di Scandicci le opere liriche  completamente allestite dall'Associazione O.M.E.G.A. con interpreti eccezionali. 

 

Prima opera del 2014 L’Elisir d’amore di Gaetano Donizetti in due atti sul testo di Felice Romani.

 

A dirigere sarà il M.° Fabiano Fiorenzani, con l’orchestra Nuova Europa.

 

Le scene, e i costumi, come tutto l’allestimento, sarà dell’Associazione O.M.E.G.A. specializzata ormai da tempo su allestimenti completi  di ben 15 titoli, alcuni dei quali  già prodotti presso il Teatro Aurora con grande successo come: Traviata, Rigoletto, Tosca.

 

L’odierna  regia di Alessandro Calamai dell’Elisir, grande  istrione della  lirica, interprete anche di Dulcamara, riuscirà a trasformare l’opera, ovazione al bel canto e alla buona musica del tutto piacevole e di buona presa anche per un pubblico di non soliti  fruitori di questo tipo di spettacolo,   in una commedia divertente e spassosa, piena di colpi di scena e di continue ilarità.

 

Giovani gli interpreti, ma con già una grande esperienza nel campo della lirica, saranno coadiuvati dal coro del teatro Garibaldi di Figline Valdarno diretti dal M.° Alessandro Papini, 

 

A breve altre opere famose sempre al Teatro Aurora.

 

Per  informazioni al riguardo seguire sempre www.omegamusica.org

 

Cenni sulla storia dell’opera:

L'elisir d'amore opera lirica di Gaetano Donizetti in due atti. Il libretto è di Felice Romani.

Definita in partitura «melodramma giocoso», rientra a pieno titolo nella tradizione dell'opera comica, anche se in essa trova ampio spazio l'elemento patetico, che raggiunge la sua punta più alta nel brano più noto: la romanza cantata dal protagonista NemorinoUna furtiva lagrima,

 

L'opera andò in scena per la prima volta il 12 maggio del1832 al Teatro della Cannobiana di Milano, che l'aveva commissionata in sostituzione di un'opera che non era stata preparata in tempo da un altro autore. Romani aveva ripreso il libretto da un testo scritto l'anno prima da Eugène Scribe per il compositore Daniel AuberLe Philtre (Il filtro).

Donizetti ebbe a disposizione solo quattordici giorni per consegnare il suo lavoro, sette dei quali servirono a Romani per adattare il testo di Scribe. Nonostante la gravosissima pressione riuscì tuttavia a confezionare quello che sarebbe stato - insieme al Don Pasquale e alla triade rossiniana formata da L'Italiana in AlgeriIl barbiere di Siviglia e La Cenerentola - il più grande capolavoro dell'opera comica ottocentesca.
 

Fin dal suo apparire, l'Elisir ebbe un grande successo. A farlo immediatamente amare dagli appassionati della lirica è in particolare la tipica melodia donizettiana, che anche in questo caso, accompagna motivi piacevoli che bene mettono in risalto la vena buffa del compositore bergamasco, capace di trasformare, con agile inventiva,  le varie scene dell’opera in reale risata, sia pure talvolta velata di malinconia (come  la già citata aria della furtiva lagrima ne è una limpida testimonianza).

Trama dell’opera:

Personaggi:

ADINA, ricca e capricciosa fittaiuola (soprano)

NEMORINO, coltivatore; giovane semplice, innamorato di Adina (tenore)

BELCORE, sergente di guarnigione nel villaggio (baritono)

IL DOTTORE DULCAMARA, medico ambulante (basso comico)

GIANNETTA, villanella (soprano)

Atto I

Mentre i mietitori stanno riposando all'ombra, Adina, proprietaria del terreno a loro affittato,  legge in disparte un libro che narra la storia di Tristano e Isotta. Intanto, il contadino povero Nemorino la osserva ed esprime per lei tutto il suo amore e la sua ammirazione, dolendosi della propria incapacità di conquistarla (Quanto è bella, quanto è cara). I contadini chiedono ad Adina di leggere ad alta voce e lei riferisce la storia di Tristano che, innamorato della regina Isotta, ricorre a un filtro magico che lo aiuta ad attirare il suo affetto e la sua fedeltà (Della crudele Isotta). Mentre Nemorino sogna di trovare questo magico elisir, arriva al paese il sergente Belcore con lo scopo di arruolare nuove leve. Anche egli corteggia Adina e le propone di sposarlo (Come Paride vezzoso), ma la bella Adina risponde di volerci pensare un po'. Segue un duetto tra Adina e Nemorino in cui la donna espone la sua teoria sull'amore: l'amore fedele e costante non fa per lei. Arriva poi il dottor Dulcamara, un truffatore, che, spacciandosi per medico di grande fama, sfoggia alla gente i propri portentosi preparati (Udite, udite, o rustici): Nemorino gli chiede se per caso abbia l'elisir che fa innamorare, e il ciarlatano gli offre per uno zecchino una bottiglia di vino bordò, spiegando che l'effetto si farà sentire dopo un giorno (quando egli sarà già lontano da quel villaggio). Nemorino beve l'elisir e si ubriaca: ciò lo fa diventare disinvolto quel tanto che basta per mostrarsi indifferente nei confronti di Adina, che subito prova un certo fastidio, abituata com'è a sentirsi desiderata. Adina, per vendicarsi dell'indifferenza di Nemorino, accetta di sposare il sergente Belcore, che però dovrà partire il giorno dopo; pertanto, le nozze vengono fissate per il giorno stesso. Nemorino cerca di convincere Adina ad attendere fino al giorno successivo (lui sa che solo il giorno dopo avrà effetto l'elisir), ma Adina se ne va con Belcore.

Atto II

Fervono i preparativi per le nozze. Dulcamara e Adina improvvisano una barcarola a due voci (Io son ricco e tu sei bella). Quando giunge il notaio, Adina dice di voler aspettare la sera, perché vuole sposarsi in presenza di Nemorino, per punirlo della sua indifferenza. Nemorino vuole comperare un'altra bottiglia di elisir ma non avendo più denaro si arruola tra i soldati di Belcore per avere la paga (Ai perigli della guerra). Belcore così ottiene di allontanare il suo rivale.

Giannetta sparge la notizia che Nemorino ha ottenuto una grande eredità da uno zio deceduto da poco (Saria possibile?). Questo non lo sanno né l'interessato, né Adina, né Dulcamara: la novità fa sì che le ragazze del paese corteggino Nemorino e questi pensa sia l'effetto dell'elisir. Dulcamara resta perplesso, Adina si ingelosisce.

Dulcamara le racconta di aver venduto a Nemorino l'elisir e lei capisce di essere da lui amata (Quanto amore! Ed io spietata). Nemorino gioisce quando si accorge di una lacrima negli occhi di Adina, che gli rivela che anche la ragazza lo ama (Una furtiva lagrima). Adina riacquista il contratto di arruolamento di Nemorino e glielo consegna, invitandolo a restare nel paese. Nemorino è deluso, vorrebbe una dichiarazione d'amore che non arriva e allora dichiara di volersene andare: solo allora Adina cede e dichiara di amarlo (Prendi, per me sei libero). Belcore conclude che in un altro paese troverà qualche altra ragazza da corteggiare, Dulcamara se ne va trionfante per il successo del suo elisir (Ei corregge ogni difetto).



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